Filosofia e matematica nell'illuminismo tedesco

Filosofia e matematica nell'illuminismo tedesco

Il presente lavoro s'incentra sulle diverse impostazioni filosofiche date da alcuni rappresentanti del primo Settecento tedesco alla questione, assai dibattuta a quel tempo, del rapporto tra matematica e filosofia. Già nel 1695 Tschirnhaus teorizza la necessità di assumere il metodo matematico in filosofia, affinché questa possa aspirare alla stessa scientificità della matematica, impostazione, questa, che sarà ripresa da Wolff e proseguita da Lambert. Rudiger, in antitesi al razionalistico wolffiano, approda alla netta separazione tra le due forme di conoscenza. In questa scia metodologica si muovono Hoffmann, Crusius e il Kant precritico. Tetens, Mendelssohn e Lambert, pur individuando nella mancanza di un linguaggio universale il motivo della debolezza scientifica della filosofia, danno al problema soluzioni diverse. Nel 1763 Kant afferma la necessità, per la ricerca filosofica, di basarsi sull'esperienza. L'aspirazione della filosofia a costituirsi come scienza imporrà a Kant il compito di aprirle una via "nuova". Questa sarà individuata nel metodo trascendentale.
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