Brutta cosa la guerra
Attraverso gli appunti minuziosi lasciati dalla nonna, l'autore ricostruisce attentamente la vita famigliare nel periodo dell'anteguerra, arricchendola dei suoi più lontani ricordi. La semplice quotidianità viene descritta con nostalgia ed affetto, i personaggi si delineano senza fatica nel momento in cui lo scrittore incastra le tessere dei suoi ricordi. Davanti agli occhi del lettore scorrono come in un film le immagini di luoghi umili e amati: la casa, la filanda, il vicolo, il lavatoio, tutto ciò che costituiva la vita del nucleo familiare. In questo scenario faticoso e quieto irrompe la guerra. Il coprifuoco, i bombardamenti, gli allarmi, tutto filtrato dalla memoria infantile dell'autore. La casa di campagna da sfollati viene vista con particolare affetto, in una dimensione nuova di libertà, colori, aria e sole: per un ragazzo cresciuto in un vicolo la vita contadina, malgrado la guerra, appare comunque magica. Tutto, fino al ritorno in città e al dopoguerra è narrato in maniera pacata, privo di qualsiasi eccesso, odio, rancore o violenza, un racconto in cui molti di coloro che hanno vissuto quegli anni si potranno riconoscere.
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