Lucky Jim

Lucky Jim

"Jim Dixon, giovane aspirante professore di storia inglese, approda un po’ per caso in un’anonima università delle Midlands. La guerra è finita da poco, il mondo risorto dalle macerie vuole guardare avanti. E davanti al riluttante Jim si dispiega una prospettiva di carriera accademica sotto alcuni punti di vista invidiabile, a patto che lui riesca a superare un insidioso percorso a ostacoli che lo separa dall’agognato posto. La prima difficoltà è mantenere un rapporto decente col suo capo dipartimento, il lunare professor Welch; la seconda, respingere le sgradite avances della collega Margaret, ricattatoria e instabile; la terza, sopravvivere a un fine settimana estremo di canto madrigalistico proprio a casa Welch; la quarta, riuscire a preparare una conferenza sulla «Merrie England»; l’ultima, ma non per importanza, resistere a Christine, la fidanzata immensamente desiderabile del figlio di Welch, l’orrendo Bertrand, che lui strozzerebbe volentieri. Cosí Jim, con un umorismo non sempre volontario e una tenacia fuori dal comune, cerca di destreggiarsi fra le tribolazioni accademiche e amorose, con l’aiuto di qualche birra per calmare i nervi e la convinzione che siano «infiniti i modi in cui le cose belle sono piú belle di quelle brutte». Riuscirà il nostro fortunato eroe a conservare il lavoro e a trovare il suo posto al sole? Apparso nel 1954 e salutato come il segno dell’arrivo di una nuova generazione letteraria, questo classico inglese del dopoguerra «si inscrive a pieno titolo nella tradizione britannica di Waugh, Wodehouse risalendo fino a Dickens, Fielding e alla commedia elisabettiana» (David Lodge). Al centro di questa autentica situation-comedy, ispirata al poeta e amico Philip Larkin, c’è lui, Jim Dixon, straordinario personaggio comico senza tempo, uomo alla deriva in un mondo pretenzioso e irrimediabilmente finto. «Jim Dixon è l’antieroe piú famoso del nostro tempo». Anthony Burgess «Furiosamente divertente, se ne sconsiglia il consumo sui mezzi pubblici». Olivia Laing «Un romanzo perfetto. L’ho adorato allora e lo amo adesso. Mi ha sempre fatto ridere a crepapelle». Helen Dunmore «Kingsley Amis ha praticamente inventato il romanzo comico inglese». Adam Gopnik "
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