Aélis
È una mattina di primavera del 1911 ed Emilie Mazoyer ha appena varcato la monumentale porta di vetro smerigliato dell’Hôtel d’Iéna, a Parigi. Attraversata la hall, attirando lo sguardo distratto di alcuni ospiti dell’albergo adagiati nei divani di velluto rosso, ha raggiunto il quarto piano, dove ha atteso a lungo in una stanza quasi priva di luce. Ora, però, è finalmente al cospetto dell’uomo per cui è lí: il drammaturgo italiano autore del Martyre de Saint Sébastien, lo scrittore di cui tutti parlano ai tavoli del Casino de Paris e dei café chantant dove ogni sera si esibisce la conturbante Lina Cavalieri, il poeta cui nessuna donna, tra le piú belle e corteggiate di Parigi, può resistere… Gabriele d’Annunzio. Nata da una modesta famiglia di contadini della Borgogna, Emilie è arrivata nella capitale da poco. Non particolarmente bella, indossa un vestito in cotone rigato di un blu austero, chiuso fin sotto il mento da un col - letto bianco sciupato dai troppi lavaggi, e si sente del tutto inadeguata mentre d’Annunzio la studia con imbarazzante lentezza… Non sa, non può nemmeno lontanamente immaginare, che quell’uomo di bassa statura, dal volto affilato con un cenno di pizzetto, la fronte ampia, l’espressione caparbia e l’abbigliamento ricercato, diventerà un’insostituibile presenza nella sua vita, e che lei sarà per lui governante, amante, complice, felice di soddisfare ogni capriccio del suo maître: Aélis, un nome che è un soffio, un sussurro…