Colpa e tempo. Un esercizio di matematica esistenziale

Colpa e tempo. Un esercizio di matematica esistenziale

Colpa e tempo: l'essere esposti alla finitezza, alla fragilità dell'esistenza, al suo carattere mortale, e al sentimento di colpa che si accompagna a questa esposizione, è ciò che costituisce il tema proprio della riflessione contenuta in queste pagine. Per Eugenio Mazzarella, prima del commercio col mondo, prima di nominare le cose, prima di percepire tutto ciò che ci circonda, la scoperta della propria finitezza è ciò che noi conosciamo in anticipo, è la nostra condizione per eccellenza, la condizione umana come esposizione al bene della vita e, a un tempo, alla sua fallibilità e possibilità estrema: il massimo male, la morte, autentica contropartita della vita saputa, della coscienza. Lungi dal paralizzare la nostra esistenza, questa condizione, in cui si schiude per noi il rapporto tra essere e sapere, è il modo in cui noi ci affacciamo all'esistenza, ci costituiamo come esistenti, cominciamo costantemente la nostra vita. Non c'è, infatti, autentico inizio della nostra vita, in cui sentiamo davvero di esistere, che non sia segnato dal nesso indissolubile di colpa e tempo, dalla coscienza della finitezza del nostro essere al mondo.
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