Il senso della pittura
Ruggero Savinio racconta, attraverso queste illuminanti pagine, del suo rapporto di intimità coi pittori che considera dei maestri, rispondendo, al contempo, a una serie di urgenti domande: qual è il senso della pittura? Come è cambiato il concetto di pittura nel corso dei secoli? E cosa diventerà la pittura in futuro? Che cos'è la pittura? Questo interrogativo equivale a dire: come è fatta la pittura? Infatti la pittura è qualcosa di fatto, di fabbricato. Mi rendo conto che questa affermazione può sembrare smentibile, perché la pittura si sottrae, ormai molto spesso, a ogni fabbricazione: può comparire senza veste corporea, puro prodotto della mente. Come si manifesta, anzi, quali sono i caratteri di un'espressione - la pittura - che tien insieme, di là dai cambiamenti storici, i dipinti e i graffiti di Lascaux, di Piero della Francesca, di Courbet, di Picasso, e anche di Edvard Munch, Richard Gerstl, Bonnard, Balthus, Francis Bacon e Lucien Freud? Tutta questa pittura, dai primordi preistorici al nostro presente, ha qualcosa in comune: la fisicità. La corporeità di cui la pittura è fatta, ma anche quella messa in opera dal pittore. Quindi, la pittura è un fatto fisico. Questo potrebbe essere il primo carattere, ma essenziale e direttamente di ciò che possiamo continuare a chiamare pittura.
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