Il fregio della vita
Tra Vienna e le montagne del Grossglockner, tra l'assasinio dell'Austria al Terzo Reich, una storia d'amore in cui la forza dell'eros emerge con prepotenza tra le pagine La storia narrata in queste pagine si svolge tra Vienna e le montagne del Grossglockner, nel periodo che intercorre tra il 1934 e il 1938; anni fastidiosi del secolo passato, segnati dall'assassino di Dollfuss e dall'Anschluss, l'annessione dell'Austria al Terzo Reich. Il racconto, tuttavia, come sovente accade nella letteratura mitteleuropea, nel cui solco si muove palesemente, non narra dei grandi eventi storici che annunciano con clamore il tramonto di un'epoca e l'avvento di una nuova barbarie. Il senso della fine traspare in queste pagine dai fantasmi e dalle ossessioni di una vicenda d'amore che ruota attorno a tre personaggi: un marito, una moglie e un nano. Inizia con la dolente elaboraione letteraria delle proprie vicende matrimoniali narrate da uno dei protagonisti, ormai ottantenne, a un passante, occasionalmente incontrato su di una panchina del lungolago di Bregenz: un nano, caustico e curioso personaggio, che diventerà il possessore e il dispensatore delle storie segrete dei due coniugi; lui, un uomo tormentato e innamorato della sua gelosissima sposa, lei, un'ebrea inquieta e insoddisfatta, alla scoperta della sua dirompente sessualità. Sarà il nano a compiere un viaggio dentro la loro vita, denominata da demoni e cieca su quanto si prepara nell'Austria che sta covando il nazismo. E il passato riemergerà, come un fiume carsico limaccioso e pieno di detriti, debordando e invadendo il presente; un passato che non sarà più solo loro, ma anche una dimensione del presente di ognuno di noi, perché senza tempo sono la storia d'amore, di gelosia, di tradimento, e di morte che ci abitano.