La Roma di Bartolomeo Pinelli nelle più belle incisioni del «Pittor de Trastevere». Ediz. illustrata

La Roma di Bartolomeo Pinelli nelle più belle incisioni del «Pittor de Trastevere». Ediz. illustrata

Sono trascorsi più di due secoli dalla nascita di Bartolomeo Pinelli: che cosa resta della "sua" Roma, imperiale e popolare, papalina e pagana, sacra e profana, bigotta e libertina, violenta e tenera? Che cosa di Trastevere "de 'na vorta", di piazza Navona allagata, dello "spasseggio" delle carrozze, e della "Ritonna" con il suo caleidoscopico "bailamme" di venditori ambulanti, ciarlatani e cantastorie? Che cosa resta delle ottobrate a Testaccio e ai Prati di Castello, delle "scampagnate fori Porta"? Si potrebbe rispondere: solo un ricordo. Ma in verità i diecimila disegni di Bartolomeo Pinelli, nati dalla fierezza e dalla "romanità" pura del loro autore, sono capaci di restituirci integra quella Roma nella "incisività" dei tradizionali valori popolari. Pinelli infatti sa coglierli ancora vivi e originali negli anni del primo Ottocento e offrirceli, a distanza di secoli, pur nel compiacimento e nella proiezione del modello classico, sempre esaltanti il quotidiano popolare. La patina romantica che guida l'artista si evidenzia in un tratto deciso, che è forza muscolare prorompente, spontanea intensità spirituale, nobiltà umana in veste "plebea". Così tutte le figure delle sue incisioni, riproposte qui in un'ampia panoramica, attraverso feste, mestieri e ambienti caratteristici, si fanno "personaggi" fieri e padroni di sé nel vanto di essere "sangue d'Enea". Il popolo sale veramente a protagonista in un'atmosfera "eroica" che vale propriamente come l'epopea di una città.
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