Isaac Newton. Il calcolo infinitesimale e la gravitazione
Vissuto a cavallo tra Sei e Settecento Isaac Newton fu forse l'ultimo rappresentante di quella tradizione di scienziati capaci di essere grandi in tutte le discipline cui rivolsero la propria attenzione. Matematico e fisico, astronomo e filosofo della natura, sviluppò le proprie riflessioni anche in ambito teologico e si dedicò con passione anche all'alchimia. A lui dobbiamo la legge di gravitazione universale, la spiegazione del fenomeno della dispersione della luce attraverso un prisma e la costruzione del primo telescopio a riflessione. La sua opera va dunque considerata come il momento conclusivo della rivoluzione scientifica del Seicento. Un'opera coerente, capace di rinnovare gli studi in maniera profonda. Tutti noi conosciamo l'episodio - senz'altro mito e non biografia - per cui l'intuizione relativa alla gravitazione universale sarebbe venuta a Newton da una mela cadutagli in testa. Questo ce lo rende famigliare e ci permette forse di accostarci a lui con l'attenzione necessaria. Perché quello che conta non è la mela, ma le domande fondamentali che Newton si pose. E a cui trovò risposta.