Eleganza sublime. L'intramontabile fascino degli abiti da sera

Eleganza sublime. L'intramontabile fascino degli abiti da sera

Lunghi, lunghissimi o corti. Ampi da principessa o aderenti e fascianti come un guanto. Morbidi o costruiti in forme quasi geometriche. Classici od oggetto di sperimentazioni ardite. Sono gli abiti da sera, difficilmente codificabili in uno stile unico, ma tutti obbedienti a una regola: devono far sognare e incarnare l'idea stessa di eleganza, raffinatezza e classe. Di più, devono farsi ricordare, come raccomanda Giorgio Armani in una sua celebre affermazione: "L'eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare". E cosa colpisce la fantasia più di un abito lungo e sontuoso? Un vestito da sera, appunto, spesso protagonista assoluto più ancora di chi lo ha indossato o dell'occasione che lo ha visto protagonista. Come il long dress blu, firmato da Guy Laroche, che lasciava la schiena completamente scoperta e indossato dall'attrice Hilary Swank alla premiazione degli Oscar 2005. O gli abiti da sera disegnati da Oleg Cassini per Grace Kelly e Jackie Kennedy. O quello bianco e leggendario di Marilyn Monroe in Quando la moglie è in vacanza. Per non parlare del tubino nero che Givenchy disegnò per Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany. A testimonianza anche di quanto cinema e moda siano uniti da un legame di reciproca esaltazione. Ultimo ad apparire in passerella durante una sfilata di moda, pur sfuggendo a codici stilistici troppo definiti, che sia portabile o meno non importa, ciò che conta è che susciti sempre emozione e sorpresa.
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