Israele. Una terra antica per una giovane nazione
Israele coltiva i paradossi: è uno Stato di formazione relativamente recente, ma possiede una tecnologia d'avanguardia; il suo popolo è appassionatamente rivolto all'avvenire, ma non ha ancora dimenticato il suo remoto passato, in cui ritrova le proprie risorse spirituali. Dalle sabbie dei suoi deserti, dall'oscurità delle sue grotte riaffiorano le vestigia di epoche remote - fortezze israelitiche, anfiteatri romani, chiese bizantine, città nabatee e castelli crociati - eppure Israele è un crogiuolo dove si realizzano contemporaneamente una sorta di unità universale e un laboratorio di esperienze sociali uniche al mondo. Centinaia di kibbutz testimoniano la nascita di un nuovo sistema di vita e dopo secoli di abbandono la terra si è ricoperta di coltivazioni e di fertili campi. Israele è figlio di un sogno impossibile nato, non da un desiderio di colonizzazione, ma dalla volontà di un popolo intero di ritornare in patria dopo venti secoli di diaspora. Microcosmo di etnie, luogo di incontro fra innumerevoli popoli, culture, civiltà, tutti attratti in questo lembo di terra dalla promessa della profezia biblica. Israele è terra di storie ancestrali e di sorprendenti bellezze naturali, ma è soprattutto il paesaggio umano che meglio può dare l'idea di quanto questa nazione, vecchia di pochi decenni, sia in realtà uno dei crocevia fondamentali del mondo attuale.
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