«Un pomeriggio con Pasolini». Il cinema, la politica, il senso religioso in un dialogo inedito tra il grande intellettuale e un gruppo di studenti
«I temi dominanti in questa lunga intervista sono il cinema e la politica. Si conferma una caratteristica essenziale della lezione pasoliniana: l'uomo che discute in privata sede di cinema e ideologia, di arte e consumismo, di estetica e politica, non è diverso da quello che appare in pubblico. Altro carattere tipico di Pasolini. "Non parlo se non di quello di cui faccio esperienza". E l'esperienza del mondo gli dice che "un contadino arabo, un contadino slavo, un contadino inglese sono quasi la stessa cosa". La civiltà contadina è la stessa ovunque, osservava allora Pasolini, "la visione del mondo è molto analoga". Religiosa, si intende, come religioso era il poeta di Casarsa. Religiosa, nonostante l'ideologia comunista, abbracciata e difesa negli anni, gli abbia portato in dote la disperanza dell'utopia. [...] E il Pasolini che più abbiamo amato quello che si intravvede in queste pagine. Quello che di lì a tre anni leggeremo sul quotidiano di Via Solferino. Forse l'unico intellettuale italiano che, si può dire fino ai giorni nostri, fino a Giuliano Ferrara, si è esposto pubblicamente non considerando privato il suo dato personale e biografico».
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