Miscugli, incontri

Miscugli, incontri

Personaggi tormentati ma anche intrigati dai propri rimpianti. Dopo molti giorni di asciutto anche la barca, chiamata Nottelenta, si scosse calandosi in acqua con un bel tonfo: "Via! Si parte!" all'unisono Agostino e Alberto urlarono. Sfilando come su di una lastra di ghiaccio, la barca si allontanò dalla riva e mezz'ora dopo erano molto lontani, le luci delle case sembravano piccolissimi lumini. Il nulla era intorno, si sentiva soltanto il rumore dell'acqua contro la barca, Agostino cercava nel buio di vedere l'espressione di Alberto ma questi era così rigido che nemmeno il respiro lasciava venir fuori. Alcune miglia dopo, ancora tutto tranquillo. Fermò la barca, qui è un buon punto per calare le reti, si disse. "Dai Alberto, fammi vedere che sai fare con la rete, e tieni a bada la barca, non appesantirla da una parte sola, su, su è ora di muoversi!" Niente, nemmeno gli occhi si muovevano. Si spostò d'altro lato, doveva toccarlo, smuoverlo. Non poté dirgli nulla, il vento ritornava, la barca dondolava con scossoni improvvisi. Calò giù frettolosamente la prima rete, guardando con un occhio il giovanotto ancora immobile. La barca sbandò, Alberto urlò, tonfi di acqua cominciavano a colpire la barca di continuo. "Torniamo torniamo, Agostino è maraccio!"
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