L'albero di amantaris
Infiniti nomi, infiniti aspetti, infinite gemme, infiniti colori: ora creatore, ora distruttore; ora dispensatore di vita, ora in preda al furore, mentre ti dissetavi col sangue del sacrificio, ora consolatore, ora divoratore di uomini, ora maschio, ora femmina. Si sono avvicendate le civiltà, si sono avvicendate le ere. Non siamo più quegli uomini, non siamo più quelle donne. E arrivato per l'umanità il momento che la divinità in noi si manifesti in tutto il suo amore, in tutta la sua misericordia, in tutta la sua luce a rischiarare ogni più profondo abisso, un abisso di violenza, di odio, di follia, di morte. Poi non ci sarà più l'abisso, perché tutto sarà illuminato dalla luce della conoscenza. E arrivato il momento che la dea si mostri nella sua grandezza. L'avvento di una nuova era nella quale non esisteranno né armi, né guerre, né violenze dipende dalla eroica missione di una giovane prescelta, Elundia, che è chiamata a sfidare le potenze degli inferi e gli emissari del male, per strappare dal buio delle tenebre il prezioso seme di amantaris e piantarlo nel giardino dell'eden.
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