Chiacchiere di giardino

Chiacchiere di giardino

Sopra i tigli della piazza che a Torino chiamano Felice, volavano quella primavera del '45 nugoli di storni. Svolazzavano in lungo e in largo nello spazio di cielo che sovrasta il giardino, la fontana con zampillo, la stazione, il porticato marmoreo di via Roma e il grattacielo littorio che troneggia al fondo della via. A volte, nei loro continui andirivieni, piegavano improvvisamente a sinistra, lambivano la verticale della sinagoga, in via Pio V, si buttavano per un sentiero parallelo a via Roma e, irrompendo nella zona degli scavi romani, un chilometro più a sud, lanciavano trilli più acuti del solito, come a voler trasmettere un loro segreto pensiero... Erano gli storni di piazza Carlo Felice! Mi attirarono nella piazza quel venticinquesimo giorno del mese primaverile di aprile del 1945 e da allora, avevo dodici anni, piazza Carlo Felice divenne, si può dire, la mia seconda casa. Per gli storni? Non esattamente.
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