Letterati editori. L'industria culturale come progetto
Temuto come minaccia alla creatività, ma ambìto come fonte privilegiata di guadagno, il rapporto con l'editoria rappresenta un momento centrale nell'esperienza dei letterati italiani tra Otto e Novecento. La sua importanza, però, si rivela interamente solo quando lo si osserva con uno sguardo nuovo, capace di scorgere nell'attività editoriale di molti scrittori e critici la ricerca di un progetto culturale e letterario. E' con questo sguardo che Alberto Cadioli prende in esame alcuni tra i più significativi "letterati editori" del nostro secolo: Papini e Prezzolini, con le edizioni della Voce; Carocci e Bonsanti, con le Edizioni di Solaria e la Collezione di Letteratura che hanno fatto conoscere i grandi scrittori contemporanei; Luigi Rusca, con le edizioni economiche della "Bur" negli anni cinquanta. E ancora Debenedetti e Calvino che al Saggiatore e all'Einaudi hanno trasformato il lavoro editoriale in un intervento 'militante' per affermare un preciso modello di letteratura.
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