Una cometa in prestito
Di libro in libro (ventidue titoli) e di giornale in giornale (il vento s'è portato cinquant'anni di giornalismo itinerante), Giorgio Torelli ha disegnato un irrimediabile ritratto di se medesimo: quello di un giornalista dall'affabile sentire, eccentrico appena ne sia il caso e talora solitario, che annota, depone, imbastisce racconti dal vero e li propone sottovoce con il fine - mai clandestino - di tener compagnia al prossimo e di fargli incontrare qualche lucente occasione per rincuorarsi. Torelli si considera un facitore di aquiloni a colori, sagomati con la carta da giornale. Quando Indro Montanelli volle Giorgio accanto a sé nel suo storico quotidiano di battaglia, sentenziò: "Torelli diventa il nostro fiore all'occhiello. E' lui il cronista delle perenni buone notizie". Montanelli, ormai, è lontano quanto vicino. E Torelli persegue la sua 'perennità'. Eccolo, adesso, chiamare a raccolta tante storie di Natale, del Natale come Fatto dei Fatti, come puntuale provocazione e ribadita, incessante occasione di confronto. Tutto quel che qui è narrato, Torelli l'ha vissuto di persona, cercato, trovato, anche saputo da voci confidenti e custodito in memoria per farne - in fine - un almanacco di voci, figure, interni, luoghi di mare, di cielo, di foresta, di pianura, di monti, di calure, di nevi e di sapienza. Nelle pagine che seguono, Natale è sempre in scena e si fa sfida, porto, miraggio, prodigio, paglia e fieno, arrivo e partenza, silenzio, ancora silenzio, sgomento e muoversi di passi.
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