Il Paese più bello del mondo. Il FAI e la sfida per un'Italia migliore
In questo libro, frutto di esplorazione di archivi e raccolta di testimonianze, Alberto Saibene racconta la storia della grande impresa culturale privata in Italia: una storia di passione e responsabilità, di resistenza quotidiana e bellezza. «Cosa resta da fare? Continuare ad agire da privati nell'interesse generale, come il FAI fa da 44 anni, recando un sussidio alla Repubblica e aspirando a quel tutto sperato che né lo Stato né i privati da soli potranno mai raggiungere. La società civile non si limita a osservare ma si rimbocca le maniche e agisce nel concreto, come indica l'articolo 118 della Costituzione, nello spirito del nostro ordinamento liberal-democratico aperto e pluralista» - Andrea Carandini Sede del maggior numero di siti dell'Unesco, l'Italia è considerata dai tempi del Grand Tour "il Paese più bello del mondo". Le civiltà che si sono succedute, dai Latini fino ai giorni nostri, le declinazioni regionali di arte, lingua e cucina, hanno reso l'Italia un paese unico per stratificazione di civiltà, testimonianze storico-artistiche, varietà di paesaggi. Un ecosistema che era giunto più o meno intatto alla Seconda guerra mondiale si ritrovò, in un breve volgere di anni, seriamente minacciato. Più che i disastri della guerra, fu la rapidissima ricostruzione senza regole a rovinare il volto del nostro Paese. Qualcuno cominciò a reagire: grazie all'associazione Italia Nostra, nata a Roma nel 1955, si conobbero Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni i quali, con la collaborazione di Antonio Cederna, organizzarono la mostra itinerante Italia da salvare (1967) che per la prima volta sensibilizzò l'opinione pubblica su questi temi. Erano e restarono una minoranza ma, dopo un primo tentativo abortito, la Crespi e Bazzoni fondarono nel 1975, insieme ad Alberto Predieri e Franco Russoli, il FAI, Fondo per l'Ambiente Italiano. La grande novità del FAI, una fondazione privata, rispetto a quanto c'era stato prima, era acquisire e gestire proprietà e beni per poi aprirli al pubblico. Dopo l'acquisto del Monastero di Torba (1977), un complesso monumentale longobardo, i primi anni della storia del FAI furono piuttosto stentati. Arrivarono proprietà di enorme valore culturale e artistico come San Fruttuoso, il Castello della Manta, la Villa del Balbianello, il Castello di Masino, ma gli iscritti crescevano con grande lentezza, come enormi, anche perché affrontanti per la prima volta, erano i problemi di gestione, organizzazione e sensibilizzazione a questi temi. Fondamentali per aumentare la popolarità furono dapprima le Giornate FAI di Primavera, in cui per un fine settimana restavano aperti luoghi speciali solitamente chiusi, e, più tardi, il censimento I Luoghi del Cuore. Oggi a distanza di anni il FAI conta oltre 190 000 iscritti, più di sessanta beni salvati e una crescita che prosegue costante con obiettivi sempre più ambiziosi, oltre a offrire una nuova forma di amore per il nostro Paese. Con e-book scaricabile fino al 30 giugno 2020.