Il mistero della sala d'ambra
Nel 1717, quando l'ambra era un materiale più prezioso dell'oro, Federico Guglielmo di Prussia ne donò allo zar Pietro il Grande sei tonnellate. Caterina la Grande ne fece "carta da parati" per rivestire una sala di cinquantadue metri quadrati nel suo palazzo fuori San Pietroburgo, dando origine a quella che è conosciuta come l'"ottava meraviglia del mondo". Oltre due secoli dopo, prima che l'esercito nazista facesse irruzione nell'edificio i preziosi pannelli furono occultati dietro tele e materiale da imballaggio. Un tentativo disperato e inutile di proteggere il tesoro, poiché quando nella primavera del 1944, i russi si fecero strada tra le macerie del palazzo, dell'"ottava meraviglia" non c'era più traccia. Incuriositi da questa vicenda, Catherine Scott-Clark e Adrian Levy si sono messi sulle tracce di questo tesoro in una ricerca che li ha condotti a consultare archivi ufficiali e privati di Russia e Germania, a visionare fascicoli, diari e verbali segreti, e a intervistare testimoni.
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