Tsunami. Ho cavalcato l'onda assassina
Il 26 dicembre 2004 il mondo ha assistito impotente a uno dei più grandi disastri naturali degli ultimi tempi: l'onda assassina che si è abbattuta sulle coste del Sudest asiatico. Tra i testimoni anche Marco Tartaglia, surfista romano di 45 anni, che, insieme alla compagna Stefania, al sesto mese di gravidanza, e ad alcuni amici, era in vacanza a Hikkaduwa, nello Sri Lanka. Marco ha potuto osservare le devastazioni prodotte dallo tsunami da un particolarissimo punto di vista: standoci sopra. Al momento del maremoto, infatti, si trovava al largo in sella alla sua tavola da surf. In quella posizione ha passato i sessanta minuti più drammatici della sua vita: lottando per restare vivo e per aiutare la compagna, gli amici e tutte le persone in mare insieme a lui. Sessanta minuti di terrore e disperazione e poi... il ricongiungimento con il fratello, sorpreso dall'onda in una casa sulla spiaggia, la fuga, il lungomare ricoperto di cadaveri, il rifugio nella foresta, la solidarietà della popolazione locale, il drammatico viaggio attraverso l'isola per raggiungere l'aeroporto e, infine, i soccorsi, la salvezza, il ritorno a casa.
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