Italiani dovete morire
Nei giorni che seguirono l'armistizio dell'8 settembre 1943, che lasciò l'esercito italiano abbandonato a se stesso e in balia della Storia, l'isola greca di Cefalonia fu teatro di uno degli episodi più dolorosi e controversi della seconda guerra mondiale: il massacro, per mano dei tedeschi, degli uomini della divisione Acqui. Gli 11.700 militari al comando dei generale Antonio Gandin, costretti dalla sorte a trasformarsi in guerrieri per tenere fede a un giuramento, e chiamati a dover scegliere tra la vita e l'onore, scelsero l'onore sacrificando la vita. Unendo il rigore dello storico a un'appassionata partecipazione agli eventi narrati, Alfio Caruso ha ricostruito la sequenza di quelle tragiche giornate - dall'8 al 28 settembre -, in cui morirono 9406 soldati italiani (oltre 1300 durante i combattimenti sull'isola, oltre 5000 passati per le armi o fucilati dopo la resa e altri 3000, prigionieri, scomparsi successivamente in mare), arricchendo il racconto con le commosse testimonianze dei pochi sopravvissuti ancora vivi e contribuendo in maniera decisiva a richiamare la nostra attenzione su "quella che è forse la pagina più nobile dell'esercito italiano durante la seconda guerra mondiale".
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