Vento divino

Vento divino

"Il valore della vita, nei confronti dell'assolvimento del proprio dovere, ha il peso di una piuma." In questo proverbio giapponese è racchiuso lo spirito dei piloti del Sol Levante che negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale andarono a schiantarsi con i loro aerei contro le navi americane: i kamikaze (il termine, che significa 'vento divino' definiva gli uragani che, nel XIII secolo, distrussero le flotte d'invasione dei mongoli). Il concetto di pilota-suicida non nacque in Giappone, ma fu lì che, per la prima volta, degli uomini furono comandati di andare in battaglia con un solo obiettivo: provocare il maggior danno possibile mediante la propria morte. Gli attacchi kamikaze, che suscitarono anche nel nemico un sentimento di rispetto misto a pietà, ebbero inizio nell'ottobre 1944 e culminarono nella disperata difesa di Okinawa nell'aprile 1945: oltre 1900 missioni suicide, che si esaurirono non per mancanza di volontari bensì di aerei. Ricostruendo i particolari dell'Operazione Kamikaze, "Vento divino" racconta e spiega, grazie anche a drammatiche fotografie, non soltanto i risultati strategici di una tecnica di guerra così estrema, ma soprattutto i turbamenti affettivi e morali che indusse nei piloti, la cui età media era di ventidue anni.
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