Viaggio per il paradiso
Due storie apparentemente inconciliabili, l'una ambientata sul pianeta Magius, l'altra sulla Terra, si rivelano ben presto complementari, congiungendosi nell'innocente figura di un neonato un po' speciale, abbandonato sulla vetta di una montagna. La scissione dell'anima del fanciullo e la conseguente divisione del corpo rievocano l'arcaico tema letterario e teatrale del "sosia", del "doppio": le vite di Mark ed Elisea, l'uno emblema dell' intelletto e della ratio umana, l'altro allegoria della forza e prestanza fisica, che a tratti sfiorano l'istintività e la furia animalesche, si armonizzano nella bizzarra, per certi versi dionisiaca, esistenza di Mark-Elisea, sinodo perfetto di mente e corpo, guerriero di Dio predestinato alla divinizzazione, che intraprende, pur con molteplici ostacoli e peripezie, il suo avvincente, prodigioso, metafisico "viaggio per il Paradiso". Un Paradiso insieme terrestre e trascendentale, da non intendere nell' accezione allegorico-cristiana del termine, bensì come un nietzschiano "sì alla vita", una totale ed estetica adesione alla sua incomparabile Bellezza, oggettivata, per il protagonista, specialmente nelle fattezze del corpo femminile: "Dio e il Paradiso sono la medesima cosa [...] se Dio è ovunque il Paradiso è ovunque ".
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