La trappola dell'integrazione? Capire l'Europa degli Stati nazionali
Gli ultimi quindici anni hanno rivelato tutta la fragilità dell’integrazione europea. A causa delle fasi critiche che hanno recentemente segnato il continente – su vari fronti – l’Unione europea ha dovuto fare i conti con una condizione di precarietà. Dopo la Brexit, in particolare, il carattere teleologico dell’integrazione è apparso indebolito – e l’idea di un progresso predeterminato è stata posta per la prima volta in discussione. Non sorprende, dunque, che vi sia oggi maggiore consapevolezza di come la mancanza di volontà politica di perseguire la cooperazione in Europa possa mettere a repentaglio l’esistenza stessa dell’UE. Ciò obbliga a chiedersi che cosa garantisca, in ultima analisi, l’unità dell’Unione o, viceversa, quale sia l’effettiva causa della sua disintegrazione. Nel discorso canonico a supporto dell’integrazione europea l’intergovernamentalismo dell’UE è in larga misura ritenuto la causa principale della sua disintegrazione. L’obiettivo di questo studio è confutare tale tesi, dimostrando che il metodo intergovernativo non può essere considerato, di per sé, una causa di disintegrazione europea. Al contrario, e paradossalmente, un rapporto tra Stati nazionali quanto più franco e diretto rappresenta – ecco la proposta di questo libro – un sintomo di vitalità democratica del progetto europeo, oltreché, ancor più paradossalmente, la strada maestra per l’apertura di una nuova, possibile fase costituente dell’Unione: una fase certamente non scontata, quindi dagli esiti incerti, e tuttavia indispensabile per definire nuove ambizioni politiche fondate, irrinunciabilmente, sulla coesistenza pacifica tra Stati e popoli europei. Prefazione di Christiane Liermann Traniello.
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