Post scriptum. Indagine sul piccolo giudice di «Porte aperte»
Nell’autunno del 1987 Leonardo Sciascia pubblica Porte aperte, ispirato a un caso giudiziario del 1937 di cui Sciascia aveva precisa memoria: protagonista della vicenda un giudice di Racalmuto, Salvatore Petrone. A Rita Cirio che lo intervista su L’Espresso, Sciascia dice: «Il giudice è morto. L’ho conosciuto, gli ho parlato. Ed è curioso: chi lo ricorda ne parla come di un giudice durissimo. Ma questa sua durezza, da un certo momento della sua vita, lui ha saputo dimostrarla contro la pena di morte, con la piena consapevolezza del rischio. A me è sempre parso un uomo bonario, sereno; e di buone letture, ma non so se si riconoscerebbe nel personaggio del mio racconto». Mario Genco, giornalista de L’Ora e del Giornale di Sicilia, subito dopo la morte di Sciascia pubblicò un’inchiesta proprio sul personaggio che aveva ispirato lo scrittore racalmutese: partendo da un grande libro ecco un’indagine attenta e suggestiva in cui la sensibilità letteraria si intreccia al fiuto del cronista.