Una posizione sociale
Confinato nel microcosmo molisano di Casacalenda, il giovane protagonista Massimo Niro cerca di «dare un senso alle voci dell'infanzia» attraverso una scrittura fatta di flashback, monologhi interiori, cantilene, testi di musica jazz improvvisati dal nonno (ombrellaio girovago) in ricordo dei tempi americani, quando era stato testimone dell'eccidio di New Orleans. Un teatro di passioni terragne dove scorrono personaggi eccentrici e vicende peccaminose, forestieri enigmatici e padri inadeguati. Dove è costante la febbrile ricerca di un ruolo e di una dimensione dello stare al mondo. Anche se poi, «quando si è raggiunta la coscienza di ciò che si è, quindi il terrore della completa vuotaggine, del non-senso, anche la posizione sociale – difesa o ambita – si sfascia ai nostri occhi».
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