«Tornare al gusto del pane» e farci noi stessi pane
Il testo è stato scritto pensando soprattutto al ministero presbiterale che trova nell'Eucaristia, come Cristo, il suo essere altare, vittima e sacerdote. Sull'esempio di Gesù, Maestro e Signore, che ha chiamato, costituito e inviato, così ogni sacerdote, nell'intimità quotidiana con lui, nel silenzio dell'adorazione orante, nella meditazione della Parola ruminata, esce dal Cenacolo per stare in mezzo agli uomini, condividendo gioie e dolori, attese e speranze, asciugando lacrime, portando consolazione, seminando speranza. Tutti i presbiteri si fanno Eucaristia perché ogni giorno "tornano al gusto del pane". Soprattutto in questo tempo, fortemente segnato dalla solitudine, dalla paura, dal dolore e dalla morte a causa della pandemia. Ma anche dalla guerra in atto in Ucraina che sta mettendo in evidenza il lato peggiore dell'umanità: guerra militare, guerra economica, guerra del pane. Il testo è frutto dell'esperienza sacerdotale di oltre 40 anni.