Ciò che ho scritto ho scritto. Le rivisitazioni letterarie di Ponzio Pilato nel Novecento
Ponzio Pilato rimane un personaggio della storia antica ancor oggi tra i più famosi e, al contempo, enigmatici. La ricerca di cui, a suo riguardo, si dà conto in questo libro non è però di tenore solamente storico. Non ci si vuole qui mettere sulle tracce del procuratore romano in antichi documenti, magari nascosti chissà dove. L'intento è, semmai, di ritrovare noi stessi in lui, di metterci nei suoi panni. È ovviamente uno sforzo d'immaginazione, introspettivo oltre che retrospettivo, inevitabilmente soggettivo, anche se bisognoso - per onestà intellettuale - di un quadro di riferimento il più oggettivo possibile. La maniera migliore per riuscirvi è certamente quella di accompagnarsi con chi - come A. France, P. Claudel, M. Bulgakov, G. von Le Fort, M. Soldati, L. Santucci, R. Caillois, F. Dürrenmatt, S. Satta, E. Bono, É.-E. Schmitt , G. Theissen e altri ancora - questo tentativo l'ha già fatto tramite la scrittura letteraria, lì dove le ragioni scientifiche della ricerca storico-critica e quelle del coinvolgimento esistenziale si ibridano, in qualche caso lasciandosi innestare finanche da quelle del ripensamento teologico della vicenda in cui Pilato si ritrovò suo malgrado risucchiato.