Pathos
Un percorso lungo decenni, insieme fotografico, antropologico, letterario e affettivo. Un dialogo intenso e ininterrotto tra due attori dal quale riemergono, come lampi, immagini e testi carichi di emozione e di senso. Un discorso sulla memoria del Sud, delle periferie del mondo, dei paesi doppi dell'emigrazione e dei paesi abbandonati, delle loro rovine che nel racconto e nello sguardo fotografico si prova a salvare, perché non diventino macerie. Alla ricerca di un sentimento, il pathos, che ci aiuti a guardare ancora al futuro senza dimenticare il passato. Nell'intuizione di Salvatore Piermarini è proprio il pathos a legare parole e immagini di questo volume, fino al saggio conclusivo di Vito Teti, con il racconto delicato della "pena" della madre, in cui il sentimento prende l'intero ventaglio delle sue forme: compassione, pietà, premura, cura, attenzione, devozione. Un pathos che è senso dolente e drammatico, sacro, della vita; forza pietosa che accompagna lo sguardo sulle immagini di un tempo perduto, di persone e luoghi scomparsi, di gesti e comportamenti catturati camminando nel mondo, per capire e capirci, per incontrare l'altro e l'altrove.
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