Paura e Rivoluzione francese nell'opera di Guglielmo Ferrero
La paura, "anima dell'universo vivente", è un pilastro portante della concezione di Guglielmo Ferrero della natura umana e della dimensione sociale e politica degli uomini. Muovendo da una paura ancestrale l'uomo pre-logico perviene alla civiltà, una "scuola di coraggio" capace di dominare i terrori esistenziali e collettivi. Ma la vittoria della civiltà è precaria perché la paura storica, corposa e tangibile accompagna sottotraccia le vicende degli uomini e in certi momenti, come il 1789, si impadronisce delle folle, delle Corti e dei capipopolo e in quanto passione cieca dirige gli eventi in direzioni imprevedibili e contraddittorie. La paura, "il pazzo terrore", assurge in Ferrero a funzione di vero motore della Rivoluzione francese insieme col "disperato sforzo" di restaurazione della legalità: una interpretazione originale dell'Ottantanove, refrattaria a schemi precostituiti e di sorprendente attualità.
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