Il mondo visto da sotto. Narratori meridionali del '900
In virtù dello strabico ed elastico metodo investigativo e della prosa avvolgente, vagabonda e puntuale di Walter Pedullà, questo libro, quanto più affonda nelle strutture compositive e nelle tecniche espressive dei maggiori scrittori meridionali del Novecento (Pirandello, Alvaro, Vittorini, Brancati, Rea, Lampedusa, Flaiano, D'Arrigo, Strati, Pizzuto e altri) tanto meglio smaschera inganni e misfatti del Sud, fratello siamese del Nord. Sconfinando con la narrativa nella storia, il saggio introduttivo, ampio come una piccola opera a sé, illustra "la Grande Impostura" montata dalle culture di volta in volta egemoni nel secolo scorso: imbellettandosi e sublimandosi, rendono impensabile un futuro diverso da questo presente definito "irredimibile" da Sciascia. Che, nell'impossibilità di punire il Sistema Sociale, svela la verità occultata da conservatori e da progressisti e condanna i colpevoli che gli vengono a tiro. Pirandello intanto continua a consigliare di "scomporre" Logica e Retorica decrepite, ricordando che l'oro va estratto dal fango; mentre D'Arrigo racconta fin dove si arriva a cavallo del negativo: i barbari siamo noi, dobbiamo combatterli in noi stessi senza moralismi. E i giovani narratori? Ricominciano, se non da zero, da quel poco che insegna la storia recente: il mondo è cambiato dopo Il Gattopardo. La politica da soluzione che era diventa problema (di nuovo i baroni), fa bene la paura: se abbiamo toccato il fondo, si può solo risalire.