La psicografia di Marcel Proust

La psicografia di Marcel Proust

La lettura di "Alla ricerca del tempo perduto" proposta da Charles Blondel privilegia ed esamina, nei loro stringenti rapporti, alcuni dei principali motivi ricorrenti nel capolavoro proustiano: il ruolo dell'immaginazione, le diverse forme di memoria (la memoria dell'intelligenza e della volontà, la memoria del corpo, la memoria del cuore), le modalità dell'attivarsi del ricordo involontario, la decentralizzazione della coscienza nel dispiegarsi della vita psichica, ecc. Questo studio monografico, pubblicato nel 1932, più volte citato e utilizzato all'interno della copiosa letteratura proustiana, illustra questi primari nuclei tematici della "Recherche" al fine di ricostruire la psicologia di Proust, che, innervata da una concezione estetica, ci offre un dipinto, o meglio traccia una topologia della interiorità (da qui la scelta del termine inusuale di psicografia). Infine, questo Scritto dello psicologo francese delinea un doppio e interessante confronto tra Proust e due protagonisti del mondo culturale novecentesco, Freud e Bergson, per escludere, al di là di significative concordanze, una possibile incidenza di questi sull'opera proustiana, così da porne in risalto la sorprendente originalità.
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