Gregorio Botta. Un'altra ultima cena. Ediz. italiana e inglese
Botta lavora con la cera, la materia preferita, "morbida, femminile, fertile, vitale e capace di registrare ogni cosa, perché di qualsiasi segno che vi si imprima, resterà sempre la ferita"; il vetro, corpo etereo capace di trattenere e far passare in base alla consistenza delle cose; il ferro, il lino, la carta e l'acqua. Disegna con la luce, la trasparenza e la leggerezza in una ricerca di radicale essenzialità sia nei materiali che nelle forme, antiche e originarie: un tavolo lungo e stretto; una grande tovaglia-sudario che "raccoglie lo scorrere del tempo, come una pelle sensibile che reca le tracce di ciò che è avvenuto"; l'acqua che "è flusso, è vita, è tempo che scorre"; la coppa (pieno vuoto che offre nutrimento e lo riceve); la giara ("una potenzialità, un'attesa, la possibilità di un mondo a venire"). Nella sua idea "I artista è come un minatore cieco", capace di cercare e di trovare, nel buio, e di svelare quanto egli stesso non sa e non conosce prima di trovarne - come per magia - la forma. Una piccola ma preziosissima mostra, "Gregorio Botta. Un 'altra Ultima cena", (La Triennale, 14 maggio - 24 maggio 2015), che arricchirà ulteriormente l'offerta di qualità straordinaria che la Triennale ha messo a punto per il suo pubblico e per Milano nel periodo di "Expo 2015. Nutrire il pianeta"
Momentaneamente non ordinabile