Uno due tre passi divini
Se non proprio contravvenendo, di certo depistando dai sacrosanti e gelosi percorsi individuali del fare arte, le opere in mostra di Salvatore Anelli, Franco Flaccavento e Tarcisio Pingitore ci invitano ad una insolita interazione di messaggi e letture. Un trialogo appunto tra opere e materiali espressivi, tra fantasie e suggestioni immaginative, insomma, tra distinte vicende creative. Non è la solita collettiva di tre artisti messi insieme con le loro opere, ma, senza preventivi propositi, si aspira a qualcosa di diverso e di più. Li accomuna l'esistenza meridionale, il territorio cosentino e un solidale spirito culturale di arte e vita condiviso e sostenuto con l'istituto 'Vertigo Arte' che promuove e ospita questa loro esposizione. Trialogo, perciò, fra le opere in mostra per "dirsi" e "dire" da artisti. C'è un discorso tra di loro e fuori di loro che da tempo ne dispone un affine tenore d'immagine, una involontaria e coincidente convergenza di pratiche espressive orientate all'impiego di materiali, al rispettivo potenziale di significati legati a oggetti, reperti o quant'altro che non sia nei tradizionali strumenti del fare pittura o scultura. A dirla con il filosofo Bachelard, c'è un senso incosciente nei materiali che da tempo gli artisti hanno condotto alla luce consapevole del significare.
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