Dirigenza dello stato autonoma, imparziale e competente. Venti anni di Unadis
I dirigenti pubblici operano nell'interesse delle Istituzioni e della collettività. Ma da diversi anni subiscono critiche il più delle volte ingiustificate. Inadeguati sono i tagli lineari previsti dalla spending review, mentre ciò che sarebbe auspicabile è il taglio netto che si dovrebbe dare al legame improprio e condizionante con la politica. Spesso, se non sempre, i manager pubblici sono impossibilitati ad agire per le scarse deleghe e poteri loro connessi da una politica che li sceglie e li controlla in modo improprio, distorcendone l'effettivo ruolo. Serve una dirigenza pubblica svincolata dalla politica, la quale (politica) deve fissare obiettivi e controllare, ma non gestire. I dirigenti pubblici devono essere unicamente scelti, valutati e trattenuti sulla base delle competenze e dei risultati raggiunti, come avviene di norma nel privato, e avere come unico obiettivo l'interesse collettivo. Nel libro vengono percorsi e analizzati gli ultimi venti anni della dirigenza pubblica e le scelte politiche sul pubblico impiego che hanno inciso sulla storia del nostro Paese. Il tentativo è di liberarci dai luoghi comuni sulla dirigenza, dimostrando come sia utile alla collettività avere una classe dirigente preparata, onesta, laboriosa e selezionata su base meritocratica.
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