Tra «imitatio» e «mimesis». Novelle e poetiche del Cinquecento

Tra «imitatio» e «mimesis». Novelle e poetiche del Cinquecento

II libro indaga il rapporto tra la novellistica e la trattatistica poetico-retorica cinquecentesca, e individua, in alcune prove testuali, l'interazione tra l'"imitato" dei modelli letterari e la mimesis di "reali" usanze, condizioni, costumi, connessi alla "situazione" in cui un novelliere si trovava ad operare. Viene cosi enucleata la poetica del "novellare come giuoco", analizzata la forma, in particolare la "cornice", dei senesi "Trattenimenti", e indagato il "credibile meraviglioso" cinquecentesco, distinguendolo dal moderno fantastico, sia attraverso un esteso esame della trattatistica coeva, sia, per campionatura, nelle novelle. Vengono inoltre esaminati i giudizi sulle novelle del "Decameron" formulati dall'"eretico" Castelvetro, nelle loro connessioni sia con la riflessione teorica, sia con la storia religiosa del Cinquecento. L'ultimo saggio è dedicato al ritrovamento di un incunabolo dimenticato dell'umanista Battista Spagnoli, il Mantovano, dedicato a Ferrandino d'Aragona.
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