Ninco Nanco deve morire. Viaggio nella storia e nella musica del Sud
Eugenio Bennato interpreta l'anima musicale e ribelle del grande Sud. Negli anni Settanta fonda la Nuova Compagnia di Canto Popolare, il primo e più importante gruppo di ricerca etnica della musica popolare dell'Italia meridionale. Nel 1976 fonda con Carlo D'Angiò Musicanova e inizia un'attività autonoma di compositore. A lui si devono decine di colonne sonore per il cinema e il teatro. Nel 1998 dà vita al movimento "Taranta Power" attraverso il quale propone nuove strade di creatività artistica e un modo nuovo d'intendere la musica popolare in Italia. La sua musica è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo. Ci sono musiche e parole che più che la volontà dell'autore interpretano il sentire di un popolo intero, e proprio per questo sfuggono di mano al proprio creatore diventando patrimonio comune e assurgendo al livello di veri e propri "canti popolari". "Brigante se more", con la sua storia travagliata, ci insegna che la musica popolare esiste da sempre e per sempre. Le parole "ommo se nasce, brigante se more" le ha scritte Eugenio Bennato, è vero, ma le ha dette Ninco Nanco, le ha urlate il partigiano Johnny, le ha sussurrate Garcia Lorca davanti al plotone d'esecuzione, sono morte sulla lingua di Spartaco alle sorgenti del Sele. Hanno vagato per secoli nell'aria fino a quando un artista le ha messe nero su bianco, ma un minuto dopo erano già pronte a ripartire, e oggi sono cantate da migliaia di giovani briganti moderni.