Tabaccai. Il fumo li uccide

Tabaccai. Il fumo li uccide

"Digitando 'Felice Avella' ottenevo una marea di risultati: il primo mi dava i "Luoghi per felice vicino a Avella AV" (e fra questi in testa c'era l'ubicazione di un'impresa funebre...); il secondo suggeriva un Felice Avella su Facebook e dopo di lui una serie di dottori, imprenditori, ingegneri... Per trovare il tabaccaio Felice Avella dovevi arrivare in terza pagina, ma solo per leggere qualcosa di generico sul tabaccaio, cioè le indicazioni sulla sua rivendita. Del record di furti e rapine non si faceva cenno. Solo il quinto risultato della quarta pagina ne parlava, e si trattava del link ad un articolo online de 'Il Tempo' link che specificava 'Io, tabaccaio, rapinato sedici volte in sedici anni'. Dopo di questo, però, il nulla. Spulciai decine di altre pagine, ma non trovai alcun riferimento alla vicenda. A detta del web, di Felice Avella, tabaccaio con un record di rapine sulla testa, non fregava niente a nessuno". E un'immersione "Tabaccai. Il fumo li uccide". Un modo di calarsi dentro il mondo dei tabaccai prendendo una buona dose d'aria. Tra le maglie di una burocrazia mai doma, tra i meccanismi di un mestiere che si rinnova di continuo e fa i conti con gli avvisi di morte presenti sui prodotti che vende per conto dello Stato, queste pagine raccontano di morti e feriti, di rapinati e rapinatori, di dibattiti accesi sulla possibilità di armarsi o ragionare. Poco di guardie, più che altro di ladri.
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