L'accorpamento dei piccoli comuni
L'attuale assetto ordinamentale dei Comuni italiani è affetto da due gravi patologie: la presenza di migliaia di piccoli Comuni con poche centinaia di abitanti che non hanno nemmeno il "materiale umano" per dar vita alle loro stesse rappresentanze elettive; il dogma dell'uniformità secondo cui una grande città e un piccolo Comune debbano essere retti dallo stesso schema giuridico. Questa è una situazione pregiudizievole per i cittadini che non trovano nel Comune il soggetto in grado di rispondere ai loro bisogni costituzionalmente riconosciuti. Per rendere l'azione dei Comuni all'altezza dei compiti loro affidati, il presente studio propone l'accorpamento di quelli più piccoli in modo da formarne dei nuovi in grado di meglio assolvere i loro compiti istituzionali, sotto il profilo demografico e territoriale, nonché economico. Attraverso una dettagliata analisi del principio costituzionale del buon andamento della Pubblica Amministrazione e dei relativi criteri di economicità, efficienza ed efficacia, si vuol dimostrare come «unire due piccole autonomie non vuol dire sopprimerle ma farne una più grande e più efficiente».
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