Niente di personale. Solo cambiare l'Italia
"Li appoggio perché almeno una volta nella vita spero di vedere una riforma che cambia gli italiani, e non gli italiani che cambiano una riforma"; cosi Indro Montanelli spiegò il suo consenso ai referendum elettorali. Che cosa si può dire oggi di questa speranza? Qualche anno fa - racconta Mario Segni - un medico che mi assisteva al pronto soccorso del S. Giacomo mi fece un gran complimento: lei è l'unico che ci ha provato sul serio, mi disse. Ma è più facile ragionare con i talebani che cambiare la testa degli italiani. Dunque le speranze di Montanelli sono state deluse e tutto è rimasto come prima? Eppure queste battaglie hanno traversato per due decenni la politica italiana, hanno acceso una straordinaria messe di passioni e di speranze, e hanno portato alla elezione diretta di sindaci, presidenti di provincia e governatori. E nei comuni, dove la riforma si è completata, sono nate figure nuove e un nuovo modo di governare. E quindi qui, anche se forse soltanto qui, "la riforma ha cambiato gli italiani". E una battaglia che dura da vent'anni, un periodo lungo quasi quanto l'era fascista, e non è ancora finita, perché nessuno sa quale sarà la conclusione politica e istituzionale di questa lunghissima transizione. Mario Segni racconta tutta la storia. E dal passato, che ha vissuto da protagonista, cerca lumi per capire il futuro. Un futuro in cui con l'ultimo referendum si è chiusa la spinta popolare alle riforme, e in cui la battaglia istituzionale, più che mai necessaria, non basta più.