Radici. Rileggendo la politica e il diritto cristiano di Massimo D'Azeglio (rist. anast. Parigi, 1859)
Nel clima evocativo delle vicende e degli uomini che portarono all'Unità nazionale e a centocinquanta anni dalla sua prima edizione, la riproposizione in anastatica della brochure di Massimo D'Azeglio, con un'ampia nota di contestualizzazione, si colloca opportunamente in un frangente di rinnovata tensione dialettica nel rapporto Stato-Chiesa. Sullo scenario del processo di formazione nazionale, l'irrompere del saggio dazegliano nella complessa temperie maturata all'indomani di Villafranca, non meno del coevo opuscoletto "Le Pape et le Congrès "del Dupanloup, delineava con peculiare originalità una soluzione politica liberale e laica, che al tempo stesso riconosceva l'assoluta connotazione "cristiana" della vicenda storica europea. In questo orizzonte le "radici", come mero attestato, peraltro dovuto, alla Storia, suggeriscono un utile parametro di comparazione e di riflessione sul e per il presente.