Delitto verità e processo. Traguardi e limiti del sistema penale italiano su nesso causale, imputabilità e «discontinuità» del giudice
La monografia, connotata da un palese intento interdisciplinare, vaglia alcuni nodi problematici del sistema penale in tema di nesso causale, imputabilità e discrezionalità del giusdicente. Molteplici le questioni affrontate: nell'epoca della postmodernità la "scienza riflessiva", contestualizzatasi nel processo penale, evidenzia esigenze di interazione tra conoscenze scientifiche e sapere giuridico. E questo il campo del dibattito sulla candido sine qua non, della querelle sulla idoneità della prova scientifica, sui limiti intrinseci della razionalità scientifica e sull'attendibilità delle massime d'esperienza. Dopo un rapido sguardo ad alcuni casi storici emblematici di "flessibilizzazione" del concetto di causalità si giunge alle attuali concretezze ermeneutiche sul nesso condizionalistico ed alla significativa pronuncia relativa al Petrolchimico di Porto Marghera. Ma il processo, direbbe Calamandrei, non è solo asciutto rigore logico. La scelta di affiancare l'aspetto squisitamente umano del giudice allo studio delle regole e della metodologia del ragionamento giuridico caratterizza il prosieguo dell'indagine speculativa. Nel sistema accusatorio le parti si confrontano dinanzi ad un giudice arbitro che decide audita altera parte. Emblematica la testimonianza: non può essere definita una semplice scientiae declaratio, giacché nel suo manifestarsi pesano strutture cognitive, vissuti esperienziali, moti emozionali ed interferenze ambientali.
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