Unità e pluralità nella tradizione europea della filosofia pratica di Aristotele. Girolamo Savonarola, Pietro Pomponazzi e Filippo Melantone
Il volume affronta il tema della presenza di Aristotele nella filosofia pratica del Rinascimento europeo, in rapporto alle personalità fortemente differenziate di Savonarola, Pomponazzi e Melantone, nei quali l'aristotelismo si rivela non tanto un elemento statico e rituale di riferimento, ma piuttosto uno strumento vitale di confronto critico e di rinnovamento rispetto alla tradizione medievale precedente. In Savonarola, la ripresa dell'etica di Aristotele è orientata all'individuazione delle virtù etiche e proiettata verso un repubblicanesimo di impronta spirituale e sociale insieme. Il senso della contemplazione, infatti, viene esteso dall'aspetto teoretico-scientifico, propriamente aristotelico, a quello religioso, per cui l'elevazione spirituale che ne consegue non è più appannaggio di una élite di filosofi, ma si rende accessibile al più ampio strato popolare permeato dalla religiosità del cristianesimo. Pomponazzi sembra proporsi di riconquistare il genuino pensiero di Aristotele attraverso una rigorosa ricostruzione teorico-concettuale. Usando dialetticamente l'ermeneutica di Tommaso contro quella di Averroè, egli argomenta in termini aristotelici non solo l'idea della mortalità dell'anima, ma anche, andando oltre lo stesso Aristotele, la concezione della virtù etica come supremo traguardo per la piena realizzazione dell'uomo.