Il logos sensibile di Maria Zambrano
"Logos sensibile" è, per la Zambrano, il logos che diviene tale per duro e rigoroso esercizio di affinamento e riduzione di ciò che la sua stessa storia ha reso rigido e inflessibile. Per questa conseguita fluidità il logos si fa permeabile al "lamento di Euridice", ossia apprende a trattare col sacro, lì dove saper trattare è il senso che per la Zambrano ha la pietà: è contagio reciproco, segno che si inscrive in ciascuna parte, vi germina, e così la rende plurale, aperta, possibile. In ciò il logos si fa spazio del sacro e il sacro trova forma nel logos in un movimento mai decidibile che è insieme - lo testimonia l'arte - continua nascita del mondo e rischio della terribile potenza del sacro.