Terra incognita. Antropologia e cooperazione: incontri in Africa
Come si coltiva il 'senso degli altri'? Dove, in quali luoghi, in quali situazioni viene messa alla prova questa fragile capacità? Certamente quando si deve scoprire il 'senso di un luogo', magari imparando ad abitarlo e a confrontarsi con diversi modi di vedere le stesse case, terre e strade. I paesaggi africani che si attraversano in questo libro, seguendo le tracce di alcuni personaggi, sono quelli del nord della Tanzania, tra le 'nevi del Kilimanjaro' e il cratere di Ngoron-goro. Una parte dell'Africa che, forse più di ogni altra, ha fornito immagini di natura incontaminata e occasioni di rapide ed asettiche avventure. Non distanti ma del tutto diversi da quei superficiali percorsi, sono i luoghi di "Terra incognita". In uno spazio abitato e coltivato nel corso di secoli e millenni vengono a incrociarsi gli sguardi e le attività di visitatori non estemporanei. Da una parte gli antropologi, intenti a ricomporre il tessuto, ormai fragile, delle culture tradizionali; dall'altra i più numerosi agenti (stranieri e funzionari nazionali) di uno sviluppo che emargina e sopprime anche le 'arretrate' storie collettive e personali dei suoi presunti beneficiari. Questa articolata invasione ha sostituito il precedente dominio coloniale. Ma può talvolta aprire la strada a incontri più duraturi, nei quali la scoperta del nuovo avviene per mezzo dell'ascolto reciproco. E qui ridiventano protagonisti donne e uomini 'del posto': attori personalmente e politicamente consapevoli di un cambiamento che non compare nei grafici dell'economia mondiale e nei rendiconti delle agenzie di cooperazione e sviluppo.