Lavoro e welfare: giovani versus anziani. Conflitto tra generazioni o lotta di classe del XXI secolo?
Esiste un conflitto intergenerazionale tra giovani e anziani? E se non è ancora in atto è opportuno che esploda? È questo il tema affrontato da Giuliano Cazzola nel saggio, nel quale è contenuta una risposta pienamente affermativa alle due domande, nel senso che l'autore considera il potenziale conflitto tra le generazioni alla stregua della lotta di classe del ventunesimo secolo. Giuliano Cazzola passa, quindi, in rassegna - con la consueta franchezza - i 'privilegi' di cui godono gli anziani nell'ambito del mondo del lavoro e del sistema di sicurezza sociale a fronte dell'assenza di tutele a favore dei giovani che si accingono ad intraprendere un'attività e ad immaginare e preparare il proprio futuro. Secondo Cazzola i giovani sono una 'generazione invisibile', condannati a vivere come 'paria' in una società organizzata per caste al cui vertice agisce una inamovibile gerontocrazia. Non è stato sempre così: negli anni Sessanta le nuove generazioni furono protagoniste della storia, portarono un afflato innovatore nella politica, nel sindacato, nella cultura e nei rapporti sociali. Adesso c'è il rischio di una radicale emarginazione di intere classi d'età costrette a vivere all'esterno della Cittadella fortificata dei diritti soltanto per garantire agli anziani le loro certezze. La legge del contrappasso fa sì che quanto i padri rubano ai figli nella vita pubblica e sociale (nel lavoro e nella pensione) sia restituito con gli interessi all'interno dei nuclei familiari. I giovani italiani affrontano le loro insicurezze restando a lungo nella casa paterna. Si profila così una generazione di eterni Peter Pan incapaci di assumersi la responsabilità di vivere la propria vita, fino al punto di arrivare ad amare le proprie catene, intravedendo nei 'privilegi' dei padri e dei nonni la salvaguardia del loro status di vittime e carnefici.