Alcide De Gasperi. Cristiano, democratico, europeo
L'uomo che resse le sorti dell'Italia dal 1945 al 1953, facendola uscire dalla grave crisi politica, economica e sociale in cui il fascismo l'aveva precipitata con la dittatura, la guerra e la sconfitta, aveva passato poco meno dei primi quaranta anni della propria vita all'interno del multietnico impero asburgico. Veniva quindi da una esperienza che lo distingueva dagli altri politici cattolici, non avendo vissuto il drammatico dissidio tra lo Stato liberale italiano e la Chiesa. Fu un abilissimo politico, ma fu anche un uomo di fede che cominciava la propria giornata meditando sulle Sacre scritture e traendone forza e ispirazione per l'attività pubblica. Arrestato e imprigionato dal fascismo, negli anni in cui si guadagnò da vivere lavorando alla Biblioteca Vaticana affinò la sua cultura politica e si preparò ai difficili compiti del dopoguerra. In mezzo a tante difficoltà e incomprensioni seppe riportare l'Italia nella comunità internazionale su di un piano di parità giuridica. Difese la laicità dello Stato e lottò sempre per difendere la democrazia. Per evitare che venisse travolta una seconda volta in Italia agì con fermezza, ma restando sempre nell'ambito dei principi fondamentali garantiti dalla Costituzione. La sua esperienza nel parlamento di Vienna, a contatto con uomini di tutte le nazionalità, lo aveva reso insensibile ai richiami nazionalistici e lo predispose a favorire e a sostenere il processo di integrazione europea nel secondo dopoguerra, a cui dette un contributo fondamentale.
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