Harriet Martineau e Tocqueville. Due diverse letture della democrazia americana
Dalle pagine di questo libro emerge con tutta la sua forza una straordinaria figura dell'epoca vittoriana: Harriet Martineau, completamente sconosciuta in Italia. Molto dotata, con una straordinaria forza d'animo riuscì a superare l'handicap della sordità, i condizionamenti sociali, politici e di 'genere' del tempo e a raggiungere con le sue opere la fama e l'indipendenza economica. Questo studio inizia con un confronto tra Harriet Martineau e Tocqueville, illustrando la loro diversa interpretazione della democrazia americana. Dopo l'"estate della sua vita", come Harriet definì la stagione americana, il libro prosegue delineando l'evoluzione politica delle idee della Martineau, non scindibili dal contesto storico e dalle sue vicende umane. La prima malattia degli anni '39-'44, la guarigione con il mesmerismo, la "History of England", l'adesione al positivismo e la traduzione-riassunto dei sei volumi del "Cours" di Auguste Comte; la seconda malattia degli anni cinquanta, la splendida "Autobiography" pubblicata postuma ed infine l'ultimo periodo della sua vita, quello della lotta alle leggi sulle malattie contagiose, accanto a Josephine Butler.Nell'insieme una grande figura di intellettuale, di studiosa per la quale i principi non erano solo parole, di donna impegnata a dimostrare, con le parole e i fatti, l'assurdità della teoria delle sfere separate e della 'differenza' femminile e la necessità di una democrazia compiuta.
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