Ludwig Wittgenstein. Stili e biografia di un pensiero
In quella che Wittgenstein considera l'opera della sua vita, cioè nel "Tractatus logico-philosophicus", egli dichiara di essersi assunto due compiti: 1) scandagliare l'essenza del linguaggio per scandagliare l'essenza del mondo, partendo dal presupposto che questo si rispecchia in quello secondo un perfetto isomorfismo; 2) tracciare al linguaggio e al pensiero un limite dall'interno, per separare nettamente l'ambito del dicibile (scienze) da quello dell'indicibile (etica). Lo fa con uno stile analitico e, al tempo stesso, geometrico-costruttivo. Nelle "Ricerche filosofiche" gli stessi temi sono svolti da Wittgenstein in una prospettiva che da 'logica' si è fatta quasi 'antropologica': il significato del linguaggio è dato dall'uso che le parole assumono nell'innumerevole varietà dei 'giochi linguistici' e delle 'forme di vita'. Lo stile è quello della 'descrizione' (contrapposta alla 'spiegazione') che si articola in una mescolanza di sottostili: talvolta come l'esploratore di una foresta di simboli, talvolta come uno speleologo dei labirinti profondi del linguaggio, Wittgenstein usa il paradosso, l'aforisma, l'osservazione, l'annotazione rapida, l'esperimento mentale, la domanda inquisitiva, l'introspezione, l'illustrazione, 'lo schizzo paesistico'. Tutte queste operazioni, sempre estremamente acute e creative, sono caratterizzate da una sorta di 'iterazione': Wittgenstein riprende continuamente i medesimi argomenti e li sviluppa in prospettive nuove e imprevedibili, alla ricerca del 'centro' del mondo e di se stesso. Questo saggio, partendo dai testi originali e dalla storia della loro formazione, rappresenta una rilettura 'in sviluppo' e una interpretazione non scontata della vicenda filosofica e umana di Wittgenstein.
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