Giacomo Della Chiesa arcivescovo di Bologna (1908-1914). L'«ottimo noviziato» episcopale di papa Benedetto XV
Nel 1908, in seguito alla morte del cardinale Domenico Svampa di Bologna (1907), papa Pio X inviava mons. Giacomo Della Chiesa, sostituto alla segreteria di Stato, nella sede arcivescovile bolognese. Diocesi fra le più importanti e delicate d'Italia, era posta in stato di osservazione da parte della Santa Sede per il sospetto di tendenze moderniste di una parte del clero. I cattolici organizzati proprio, a Bologna, avevano tenuta nel 1903 l'adunanza dell'Opera dei Congressi, che, nonostante i richiami all'unità del movimento, sanciva una divisione verticale ed insanabile tra intransigenti e democratici, al punto che proprio Pio X ne ordinava la soppressione. La vasta e per lo più inedita documentazione che l'Autore è riuscito a reperire, rappresenta quasi al vivo, sia i postumi della rivoluzione liberale e la progressiva frantumazione dei partiti di governo, sia l'insofferenza dei cattolici di essere considerati ruota di scorta dei liberali, sia l'emergere del socialismo anticlericale, che con poderose mobilitazioni di massa, conquista il consenso ed il potere anche a livello locale: processi ed eventi sui quali fornisce singolare apporto la stessa diligentissima corrispondenza tenuta dall'arcivescovo con la segreteria di Stato. Mons. Giacomo Della Chiesa a Bologna rimane appena 7 anni, durante i quali, senza manifestazioni appariscenti, rivela capacità straordinarie in ordine a realizzazioni di strutture basilari per l'arcidiocesi e la provincia ecclesiastica della Romagna, come la costruzione del seminario interdiocesano. Soprattutto imprime orientamenti pastorali al laicato cattolico in vista di una partecipazione alla vita politica nazionale che si riveli ed esprima il proprio peso con l'apporto elettorale, al fine di influire nella vita della comunità civile, specialmente in merito ai problemi etici, culturali e politici. Appena eletto al sommo pontificato, Benedetto XV, proprio sulla base dell'esperienza pastorale bolognese, propizia la formazione di un partito autonomo non confessionale, di ispirazione cristiana, nel quale possano confluire i voti dei cattolici, organismo che prenderà vita nel Partito Popolare non appena finita la tragedia bellica. Infine nell'azione pastorale e politica di Mons. Della Chiesa si intravede nettamente un progetto di fondo, quello della conciliazione tra Chiesa e Stato in Italia, da intendersi come riconoscimento e tutela reciproca delle identità costitutive delle due istituzioni. Senza dubbio il presente lavoro copre una lacuna negli studi storici su papa Benedetto XV e stimola ulteriori ricerche ed approfondimenti.
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